Da sempre centro di innovazione e ricerca nella diagnosi e cura delle patologie cardiache, con l’utilizzo delle tecnologie e tecniche più avanzate, la Monasterio conferma la sua leadership nazionale per le attività di cardiologia diagnostica ed interventistica.
La Fondazione Monasterio, così, è il primo centro in Italia per il trattamento transcatetere della valvola tricuspide: una tecnica alternativa alla chirurgia tradizionale, che non necessita dell’apertura del torace e dell’arresto del cuore, ma consente al professionista di raggiungere il cuore semplicemente con una piccola incisione nell’inguine ed un catetere sottile.
Ed è di pochi giorni fa la notizia che la Monasterio, anche per l’anno 2021, è al primo posto, a livello nazionale, per volumi complessivi di attività del Laboratorio di Emodinamica.
I dati sono stati forniti dal Gise, la Società Italiana di Cardiologia Interventistica, nell’ambito di Think Heart with Gise 2022, un incontro per fare il punto sulla attività dei centri di emodinamica e cardiologia interventistica italiani.
Si tratta di un risultato che denota non solo grande impegno, ma alto livello di specialità e professionalità degli operatori dei due stabilimenti della Monasterio, l’Ospedale del Cuore di Massa e l’Ospedale San Cataldo-CNR di Pisa, e che costituisce – al tempo stesso – garanzia di qualità per i pazienti: maggiori volumi, infatti, significano maggior esperienza dell’intero team sanitario, che opera spesso anche in condizioni di emergenza, e esiti clinici di eccellenza.
«Una grande soddisfazione – commenta il Dottor Sergio Berti, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Diagnostica ed Interventistica. Questi dati sono il risultato di due componenti fondamentali e inscindibili: i professionisti ed il Centro in cui operano. Da un lato, il team della Cardiologia Interventistica, che si distingue per l’alto profilo professionale, non solo genera grandi volumi in termini numerici di procedure, ma si dedica con impegno ad attività altamente innovative, come nel caso del trattamento della valvola tricuspide: siamo stati, infatti, il primo gruppo in Italia ad aver sviluppato una nuova modalità per trattare la “valvola dimenticata”, acquisendo poi (primi in Europa) immagini tridimensionali direttamente dall’interno del cuore. La Fondazione Monasterio, dall’altro lato, fungendo da apripista nell’intero panorama nazionale, ha da sempre creduto e investito nel progetto dell’innovazione in cardiologia, che si sostanzia dalla collaborazione multidisciplinare e multiculturale di cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti, esperti di imaging e bioingegneri».
La Monasterio, inoltre, ha ottenuto il secondo posto a livello nazionale per interventi di chiusura del forame ovale pervio (Fop): una tecnica che mira a riparare una delle più frequenti anomalie associate ad ictus cerebrale criptogenetico (cioè senza una causa apparente) nel giovane adulto. Un residuo anatomico della vita fetale, e una porta di passaggio di eventuali coaguli che si formano nel circolo venoso, che possono migrare poi nel circolo arterioso cerebrale, occludendo improvvisamente un vaso del cervello: la chiusura del forame ovale pervio si attua mediante l’utilizzo di strumenti, di volta in volta diversi a seconda delle caratteristiche anatomo-funzionali del singolo paziente, e costituisce una soluzione efficace e protettiva nei confronti di ulteriori fenomeni embolici.
«La Monasterio si pone all’avanguardia nel trattamento del Forame Ovale Pervio – commenta il Dottor Giuseppe Santoro, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica e del Congenito Adulto – proprio perché è dotata delle più avanzate tecnologie per la risoluzione di questa problematica e di un team particolarmente esperto. È proprio per tale motivo che, nel censimento dell’attività di emodinamica interventistica da parte del Gise, ci collochiamo ai primi posti dell’inquadramento e trattamento a tutto tondo dell’ictus cardioembolico: sia in termini di chiusura del FOP, che di occlusione dell’auricola sinistra, una ulteriore e potenziale causa prevenibile di ictus cerebrale».
«Il registro Gise costituisce un data base consolidato con oltre 20 anni di storia – conclude il Direttore Generale della Monasterio Marco Torre –, ed i dati che riporta, ancora una volta, sono fonte di grande soddisfazione per la Monasterio, che conferma la propria rilevanza nel panorama nazionale, sia in termini di volumi e di qualità dell’attività clinica, sia in termini di approcci innovativi. Un risultato che è certamente il frutto di importanti investimenti, ma soprattutto della professionalità, della curiosità e dell’impegno dei nostri operatori sanitari che, negli anni, assicurano le migliori cure a grandi e piccini che si rivolgono alle nostre strutture».